Disegnare dal vero è guardare. Ma è anche liberarsi dallo stress di un' esistenza in continuo affanno, senza soste, senza vera “ricreazione”.
Imparare a disegnare è iniziare a guardare bene e a fare quel lavoro cerebrale che oggi fanno per noi le macchine fotografiche, cioè trasformare in bidimensionale un mondo tridimensionale.
A che ci serve? Due ore trascorse a disegnare oggetti semplici oppure una modella permette di recuperare un profondo rapporto con se stessi e con il mondo e a sviluppare quelle parti del nostro cervello destinate a cogliere le analogie e le metafore in un mondo sempre più digitale.
La parte destra del cervello, destinata a questo scopo, nella nostra società occidentale si è progressivamente atrofizzata. È anche per questo motivo che gli orientali in questo momento storico sono più efficienti di noi. Avete notato che per esempio i cinesi da quando sono piccoli imparano una scrittura fatta di immagini? E ne imparano migliaia e sono riprodotte piccolissime sui giornali.. Così si abituano a cogliere le analogie, a mettere in relazione le immagini, sviluppando l' attenzione. Avere un pensiero “analogico” permette lo sviluppo della “creatività” e della curiosità e moltiplica le nostre attitudini. Il disegno dal vero è essenziale a questo scopo. Nessun altro mezzo lo sviluppa meglio.
Purtroppo la nostra scuola non dà importanza al disegno dal vero e nemmeno allo studio della storia dell'Arte (il che è insostenibile e persino blasfemo in un paese come il nostro, che ha dato i natali alle più grandi menti artistiche dell'Occidente e che detiene la metà del patrimonio artistico mondiale), ed è così che ci sentiamo autorizzati (e non ce ne vergogniamo!) a dire che di Arte non ne capiamo nulla (e soprattutto di Arte Contemporanea).
Non c'è un momento “migliore” per iniziare a disegnare e non serve pensare di non aver una buona mano o di non “essere portato”. Tutti possono imparare a disegnare in pochissime lezioni. Disegnare non ha a che fare con la “mano” e nemmeno con la volontà di diventare “artista” ma con la relazione “mano-cervello” (S. Ramachandran- Che cosa sappiamo della mente, Mondadori).
Imparare a fotografare non è la stessa cosa e non basta, come non lo è imparare a disegnare dalle fotografie o copiare fumetti: sono cose utili ma non sufficienti allo scopo suddescritto.
Ricordo solamente al proposito che uno dei più grandi fotografi del xx secolo, Cartier-Bresson, non ha mai smesso di disegnare e le sue ultime mostre sono state proprio di disegni fatti dal vero e che Nadar era disegnatore e pittore impressionista ed è per questo che aveva “una marcia in più”, disegnava, disegnava, disegnava... Come Leonardo che dal disegno ha fatto nascere il pensiero scientifico moderno.
Paolo Cervi Kervischer
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